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Mercoledì 27 Novembre 2024

Master

Simonetta Pattuglia
Direttrice
Sergio Cherubini
Presidente 
Nicola Leone
Program manager
 
   

Le principali tipologie di attività svolte da Area Sport Management sono:

  • Formazione mediante corsi e seminari a carattere sia integrato (sport management) sia specialistico (ad esempio: marketing, comunicazione, pianificazione, etc.).
  • Ricerche a carattere sia occasionale (ad esempio sondaggi di opinione, analisi di geomarketing, valutazione della domanda e sua segmentazione, etc.) sia sistematico mediante specifici osservatori.
  • Assistenza nella progettazione e realizzazione di business plan con particolare riguardo a piani di marketing e di comunicazione.
  • Audit organizzativo mediante l'analisi di strutture, sistemi e competenze presenti nell'organizzazione e comparate con il business plan che si intende attuare.
  • Pubblicazioni mediante libri ed articoli finalizzati a divulgare concetti, metodologie ed esperienze ritenute significative a livello sia nazionale che internazionale.
  • Convegni mediante la progettazione e l'organizzazione di incontri relativi all'approfondimento dello sport management in generale o di singole discipline.
  • Organizzazione di supporti tecnologici (ICT) con particolare riguardo a database, CRM, web-tv.

Lo sport, a livello sia di pratica sia di spettacolo, è uno dei fenomeni più tipici dei tempi attuali e in tal senso attrae l’interesse di persone, imprese, media, istituzioni così da richiedere un approccio sistemico definibile “convergenza sportiva” dove ogni operatore, perseguendo i suoi diversi ma compatibili obiettivi, contribuisce alla competitività dello sport all’interno del più ampio contesto del tempo libero, dell’entertainment e, quindi, del benessere psico-fisico.

Per assicurare l’efficacia del sistema è fondamentale disporre di risorse manageriali capaci di governare l’insieme in una logica bilanciata di specializzazione e integrazione. 

E’ in questa visione che si colloca la missione dell’Area Sport Management  della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata.

Lo sport è ormai uno dei fenomeni più sviluppati nel mondo e la sua crescita sembra non rallentare se si osserva quanto accade in tanti paesi emergenti con particolare riguardo all’Asia e all’Africa. Tutto ciò con riferimento sia alla pratica sia allo spettacolo.  In effetti si può facilmente rilevare una correlazione tra sviluppo sportivo e condizione economica dei vari paesi. 

Nel contesto italiano sono circa un terzo le persone che praticano sport, di cui il 40% donne. Diminuisce l’età media di inizio dell’attività sportiva e aumenta il numero dei praticanti nelle età più avanzate.  Secondo le statistiche elaborate dall’ISTAT, il 33,9% della popolazione italiana sopra i tre anni di età, corrispondenti a 19 milioni e 972 mila individui, dichiara di praticare nel tempo libero uno o più sport; il 24,8% (14,6 mln) lo fa con continuità e il 9,1% (5,4 mln) in forma saltuaria.

In particolare per svolgere questa attività esistono, sempre in Italia,  45 Federazioni  sportive nazionali, 19 Disciplina sportive associate, 14 Enti di promozione sportiva  con 4 milioni e 703 mila atleti tesserati - il numero più alto mai registrato - e quasi 70 mila nuclei associativi, di cui oltre 63 mila sono società sportive e 6 mila sono “altri nuclei” (si tratta di società in attesa di regolare affiliazione o di gruppi organizzati che promuovono forme particolari di attività sportiva e ricreativa).
Gli operatori, che svolgono attività di supporto e sostegno alla pratica all’interno delle organizzazioni societarie e federali, sono oltre 1 milione e ricoprono le cariche di dirigente, tecnico, ufficiale di gara e collaboratore a vario titolo. Con riferimento alle affiliazioni e ai tesseramenti si contano Nel complesso le FSN e le DSA rappresentano 5 milioni e 650 mila tesserati, pari al 9,6% della popolazione italiana sopra i 3 anni d’età.

Ad oggi il CONI riconosce 387 discipline sportive. Forti potenzialità si evincono dal movimento sportivo generato dai nuovi sport olimpici che entreranno nel programma dell’edizione di Tokyo 2020: arrampicata sportiva, karate, surfing, skateboarding, oltre al ritorno del baseball e softball. La proporzione tra tecnici e atleti è pari a 1 ogni 18, mentre quella tra ufficiali di gara e atleti è di 1 ogni 40.
A fianco delle attività sportive regolamentate si può, inoltre, notare una certa tendenza a praticare lo sport in forma autonoma nei parchi, nelle strade, nelle spiagge, nelle montagne. Si potrebbe dire ovunque compresa la propria abitazione.

In questa prospettiva   la pratica sportiva è un’occasione di inserimento e partecipazione, anche per i ragazzi migranti che spesso ormai sono presenti anche nelle nostre rappresentative nazionali.  Né si può dimenticare la grande attenzione che lo sport sta acquisendo presso le persone disabili come fatto  sia ricreativo sia terapeutico.
Anche in termini di occupazione si stima (la precisione è difficile perché spesso si tratta di organizzazioni locali di piccole dimensioni a carattere volontario) che vi siano oltre 500 mila addetti tra atleti, dirigenti, arbitri e quasi 50 mila addetti in imprese produttrici di articoli ed abbigliamento sportivo. Vi sono, inoltre, più di 10 mila negozi sportivi. Nel campo dell'editoria sportiva vi è, certamente, una riduzione degli addetti nell’ambito cartaceo che però è sicuramente più che compensata dall’aumento nel settore digitale e in specie dei social media.

In questa ottica viene ormai riconosciuto da tutti gli esperti che il fenomeno sportivo ha una grande attrattività proprio per la sua natura multidimensionale quale quella ludica, educativa, sanitaria, sociale, psicologica, ecologica, politica, tecnologica, mediatica, immobiliare, produttiva, turistica, fiscale.
Recentemente in Italia è stata costituita dal Governo la società Sport e Salute spa che dovrebbe dare ancor più sviluppo al settore sportivo in tutte le sue manifestazioni, considerando che Lo sport crea ricchezza e posti di lavoro, ma anche condizioni di vita migliori che contribuiscono a ridurre la pressione sulle spese sanitarie ed ecologiche nel settore pubblico.

Anche in Europa il fenomeno sportivo è seguito con molto interesse sia per il suo valore economico diretto sia, soprattutto, per quello della salute che ha un grande impatto economico indiretto tramite la riduzione delle spese mediche. Al riguardo si può citare la Commissione Europea (Memo del 21 Gennaio 2014): “Lo sport fa bene non solo alle persone ma anche all’industria”. Lo sport non è solo un’attività di svago e di benessere personale, ma ha anche un grande impatto economico. Dato che contribuisce con 294 miliardi di euro al valore aggiunto lordo dell’UE e dà lavoro a 4,5 milioni di persone, questo settore è considerato un importante fattore di crescita. Nella sua accezione più ampia, quella dello sport è una vera e propria industria, che può essere vista come un motore di crescita per l’economia in generale in quanto crea valore aggiunto  e occupazione in tutta una serie di comparti, sia manifatturieri che dei servizi, e stimola lo sviluppo e l’innovazione. In particolare lo sport avvantaggia il turismo: ogni anno nel mondo da 12 a 15 milioni di viaggi internazionali sono effettuati allo scopo principale di assistere a eventi sportivi. L’industria dello sport è caratterizzata anche da rapide e continue ondate d’innovazione, spesso in stretta collaborazione con altri settori, che portano alla progressiva diffusione su vari mercati di nuovi prodotti da destinare a usi disparati.

Al riguardo si possono segnalare alcune tendenze interessanti quali l’affermarsi della cosiddetta bikeconomy e degli esports.

La bicicletta è ormai riconosciuta nei paesi più evoluti come un’attività poliedrica che va dalla semplice mobilità al benessere psicofisico. La  Bikeconomy è un fenomeno economico di enorme rilevanza, che da diverse fonti viene stimato in circa 500 miliardi nella sola UE (cfr. EuropeanCyclistFederation). La nuova legge quadro sulla ciclabilità, emanata il 21 dicembre 2017, ratifica l’importanza del fenomeno quale punto di riferimento qualificante per la qualità della vita sia per le smart cities sia per le campagne. Le città del nord Europa come Amsterdam.  Copenhagen sono dei benchmark a cui ci si dovrebbe ispirare sempre di più.

Gli e-sports, dal canto loro, costituiscono, "forme di sport dove gli aspetti primari sono facilitati dai sistemi elettronici e in cui gli input dei giocatori e dei teams come gli output dei sistemi sono mediati da interfacce uomo-computer" e sono pertanto una delle strade del futuro dello sport. A livello mondiale parliamo di un fatturato di 1 miliardo di dollari e di crescita esponenziale dei praticanti, sia agonisti sia amatori (Nielsen, 2016). Il ruolo degli sponsor, dei team, delle league in Italia è ancora tutto da definire anche in relazione alle resistenze - inevitabili - che questo mondo sportivo-spettacolare suscita.

Quanto vi è di reale, quanto di virtuale, quanto di sforzo sportivo, quanto di accanimento e di addiction? Sono solo alcune delle issue che emergono quando siano gli sport elettronici ad essere oggetto di conversazione e di dibattito. Gli e-sports sono spettacolo, sono entertainment, raccolgono come nulla nelle arene 20.000 persone - basti pensare che la finale di League of Legend ha raccolto più di 50 milioni di spettatori - sono molto amati dai giovanissimi, a differenza di altre forme di divertimento che non riescono ad intercettarli (tratto da: https://www.linkedin.com/pulse/oggi-proposito-di-e-sports-la-frontiera-digitale-dello-pattuglia/ )

A fronte di tutte queste considerazioni e cifre si rileva che ancora oggi, nonostante i progressi fatti, non vi è una formazione adeguata nel campo del management sportivo, lasciando molto spesso la responsabilità dei profili gestionali all'improvvisazione di persone con esperienze solo tecniche ma non manageriali.
Il Master in Marketing e Management dello Sport della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata si propone pertanto di dare risposte professionali, di studio e ricerca, coerenti al mondo degli stakeholder sportivi, aziendali, associativi, istituzionali che -  nel “sistema sportnazionale e globale - si coagula e interagisce fisicamente, digitalmente, mediaticamente.

Area Sport Management (Economia e Gestione dello Sport, ovvero EgeSport) è l’area di specializzazione nel settore sportivo del Dipartimento di Management e Diritto all'interno della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata, che da molti anni è nella parte alta della classifica, stilata da Censis-La Repubblica, relativa alle facoltà pubbliche di economia.

L’interesse della Facoltà per lo sport ha avuto inizio nel 1995, quando il prof. Sergio Cherubini ha organizzato il primo convegno dal titolo "Il marketing delle società sportive professionistiche", a cui sono seguite, ogni anno, nuove edizioni che hanno portato alla pubblicazione di numerosi libri.

Dal 2001 è stato attivato il Master di primo livello in Economia e Gestione dello Sport che ora, con il titolo di Marketing e Management dello Sport, è giunto alla diciottesima edizione ed è presente su internet con il sito www.egesport.net.

Dal 2004 è stato attivato uno specifico interesse anche per il settore della nautica da diporto con la realizzazione di un primo convegno dal titolo "Il Marketing della nautica da diporto", a cui ne sono seguiti altri. Anche in questo caso si è provveduto a pubblicare, in collaborazione con l’Editrice Nautica, alcuni libri a testimonianza dell’impegno profuso. 

Nel 2019 siamo perciò al diciottesimo anno di attività quando decine di pubblicazioni, ricerche e presenze convegnistiche sono state realizzate insieme alla formazione di più di 300 laureati Master e decine e decine di laureati magistrali.

Ci impegniamo pertanto costantemente sul fronte della formazione, della ricerca, delle pubblicazioni e degli eventi per contribuire alla crescita costante della preparazione, degli studi e della sensibilizzazione verso l’area culturale e professionale sportiva.